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Il viaggiatore 2.0

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Il motore di ricerca Yahoo ha reso noti i risultati dell’indagine “Travel: le opportunità dell’online”, condotta nel 2013 su oltre 6mila adulti viaggiatori in 5 paesi europei, Italia compresa.

I viaggiatori nell’era del web 2.0 amano pianificare il proprio viaggio, trovano su Internet la fonte primaria di ispirazione e navigano sempre più spesso utilizzando supporti mobile.

Il nuovo turista condivide e genera opinioni su community, blog, forum e social network, acquista online, racconta le proprie esperienze di viaggio in rete, influenzando la percezione della destinazione.

Lo studio ha analizzato il rapporto tra web e viaggiatori, evidenziando che Internet è il primo bacino di idee per il 61 per cento del campione, seguita dal passaparola di amici, parenti e colleghi per il 49 per cento.Dall’analisi emerge che il 92 per cento degli intervistati ha fatto ricerche online sui servizi e i prodotti di viaggio, e che ad essere maggiormente consultati sono i motori di ricerca ( 46 per cento ), i siti di recensione ( 44 per cento ), le guide turistiche ( 10 per cento ).

Contano più i fattori legati all’emotività e alla scoperta di luoghi e culture, mentre quelli pratici sono importanti ma meno impattanti. L’indagine indica anche alcuni tratti tipici dei viaggiatori italiani : preferiscono spostarsi in coppia, in famiglia o in gruppo piuttosto che da soli e prenotano all’ultimo momento.

Oggi la vacanza si condivide con amici e parenti in tempo reale, sui social network. Cellulare, smartphone, ipad e ipod sono diventati fedeli compagni di viaggio. Non è un caso se la prima cosa che un viaggiatore 2.0 chiede, all’arrivo in hotel, è la password per il collegamento a Internet, fondamentale per “postare” le foto su Facebook e Instagram, i pin su Pinterest, i cinguettii lanciati ai propri follower su Twitter.

Questo bisogno di “condivisione” pare sia in realtà “paura di perdere” (acronimo FOMO, Fear Of Missing Out). Recenti studi sulla cultura social condotti dall’Università di Essex, Gran Bretagna, hanno evidenziato che quest’ansia di rimanere connessi è legata, per lo più, al desiderio di essere costantemente aggiornati sugli altri e su quello che fanno, per timore che possano divertirsi e fare esperienze più gratificanti delle nostre. Anche gli italiani sono stati contagiati dalla febbre dello sharing. Secondo un’indagine condotta dall’Osservatorio Europcar/Doxa, 7 italiani su 10 sarebbero disposti a cambiare la destinazione di viaggio senza la certezza di poter trovare e usufruire di una connessione.