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Marketing Turistico a misura di Pokemon

Marketing Turistico a misura di Pokemon

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La nuova frontiera del turismo si chiama POKEMON GO. Il successo travolgente e sconvolgente dell’estate 2016 obbliga il settore turistico, ma anche quello culturale, a valutare gli sconfinati scenari creati e le straordinarie opportunità, naturalmente per chi le saprà cogliere creandosi uno spazio e un posizionamento interessanti.

I punti deboli di questa novità assoluta (durata incerta, distrazioni alla guida, luoghi presi d’assalto, consumo batteria del device…) vengono travolti dal successo di Pokemon Go, largamente superiore al previsto, che si è in breve tempo elevato a fenomeno di massa che coinvolge milioni di persone spingendole a muoversi, camminare, socializzare, viaggiare!

Il gioco è divertente, coinvolgente e fruibile praticamente ovunque; ormai non si può camminare per strada senza inciampare in “cacciatori” e “allenatori” di Pokemon agguerritissimi e bar, ristoranti, negozi, imprese di ogni forma e dimensione vengono letteralmente presi d’assalto giorno dopo giorno.

Il passo da gioco a business è breve: la “Pokeconomy” collegata al gioco vero e proprio cerca di capire come monetizzare escogitando offerte, promozioni, eventi speciali perché il richiamo Pokemon Go è un’immediata impagabile fonte di pubblicità.

Stati Uniti e Australia sono stati i primi a sfruttare l’ondata di marketing gratuito che aspettava solo di essere convogliata, ma anche in Europa non sono mancate iniziative creative: in Romania Calin Coman, pubblicitario di Arad, ha studiato una campagna di marketing territoriale basata su un personaggio ad hoc, creato con le sembianze del celebre Dracula, collocato nei luoghi a più alto potenziale turistico con lo slogan “Catch me if you can! Only in Transilvania. Go to Romania”.  I Pokemon-hunters, irresistibilmente attratti dalla sfida alla cattura, sciamano verso il paese forti di già oltre 30 milioni di download della app basata sulla geolocalizzazione e realtà aumentata che Nintendo-Niantic ha studiato per l’occasione.

Un’altra occasione di marketing per l’industria di viaggi è stata colta anche dal Sindaco di Rio de Janeiro per le Olimpiadi “Portate Pokemon Go qui in Brasile, animiamo questo grande evento”.

Qui in Italia sono un esempio il museo di Palazzo Madama a Torino, che ha deciso di ospitare Pokéstop con uno speciale percorso tra le collezioni, e il celebre portale online di hotel reservation Trivago che ha già selezionato hotel Pokéfriendly: tra le strutture-covi, dove stanare Pokémon introvabili c’è lo storico Hotel Savoy di Londra, nei pressi del Pokéstop di Trafalgar Square; a Parigi l’hotel Villa Royale ha due Pokéstop al suo interno e il Moulin Rouge si fregia di una Pokégym. Sul nostro territorio Il Fruscotto di Verona si promuove anche su Facebook  “Cercate #‎Pokémon da catturare a Verona? Qui continuiamo a trovarne. Ecco perché alcuni ospiti amano così tanto i nostri bagni. E poi c’è il wifi gratuito nelle stanze. Venite a trovarci e andremo a caccia insieme”.

Per supportare gli albergatori nella Pokéaccoglienza dedicata ai Millennials cacciatori di Pokémon, i lavoratori del turistico ricettivo dovrebbero essere formati sul gioco e sviluppare alcune astuzie come stabilire regole chiare per le aree comuni, ad esempio cercando di arginare situazioni pericolose come andare a caccia di Pokémon in piscina dopo mezzanotte, creare una mappa che il concierge conosca bene e che segnali tutti i Pokéstop e le Pokégym dell’area, favorire raduni di Pokémon, mettere in guardia i clienti dai ladri (che monitorando i giocatori distratti dal gioco avrebbero facili prede), ecc. Queste alcune delle idee già escogitate, ma lo spazio di sviluppo è potenzialmente infinito. E allora, che Pokemon sia!